YELED, parola ebraica che significa “bambino”. La sfida del coreografo israeliano Eyal Dadon, infatti, era raccontare una infanzia ricordata o immaginata quando i corporali sono adulti. Passando da una piccola porticina in miniatura, i danzatori giocano, si rincorrono, fanno gesti e passi come quelli dei bambini, ogni tanto entrano in una casetta in fondo alla scena di cui vediamo l’ interno nelle immagini proiettate su grande schermo. Un pezzo interessante dove va premiata la perfetta sintonia e precisione di movimenti dei ballerini.
Anna Bandettini, La Repubblica
YELED