PROVA APERTA
Le prove aperte sono momenti unici in cui è possibile vivere il backstage di uno spettacolo, dialogare con gli artisti e sorprendersi con l’arte della danza.
Winter Forest crea un paesaggio inclassificabile dal carattere invernale, glaciale, come di foresta nordica, ottenuto con speciali effetti di luce riflessa su un fondale di seta.
Coreografia Fabrizio Favale
Danzatori Daniele Bianco, Valentina Staltari, Po-Nien Wang
Set, costume e art work First Rose
Suoni registrati negli zoo di diversi paesi nel mondo Fabrizio Favale
Musiche Massimo Carozzi, Daniela Cattivelli, Christian Fennesz, Jónsi, Alex Somers
Una co-produzione Festival Danza in Rete – Fondazione Teatro Comunale di Vicenza, KLm – Kinkaleri / Le Supplici / mk
Con il contributo di MIC, Regione Emilia-Romagna
Con il sostegno di h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza / Sementerie Artistiche, Crevalcore
Winter Forest crea un paesaggio inclassificabile dal carattere invernale, glaciale, come di foresta nordica, ottenuto con speciali effetti di luce riflessa su un fondale di seta. Qui si muovono tre danzatori in una danza fatta dell’intreccio fra un’elevata complessità tecnica e movimenti sconosciuti, come creature di altri mondi. Spazio e costumi dei danzatori presentano simili tratti estetici, con conseguente effetto mimetico. La coreografia è costruita con un’idea ciclica in cui gli elementi, pur variando, tornano e ritornano con un’apparente casualità, come accade ai temporali e alle tempeste.
Dopo aver frequentato a lungo i paesaggi nei loro mutamenti dentro l’alternarsi delle stagioni (Le Stagioni Invisibili – Ciclo Coreografico Infinito 2018-2021, premiato con il Premio Per Chi Crea di Siae e Mibac e selezionato dal Big Pulse Alliance come uno degli otto migliori progetti outdoor europei 2021), con questo progetto Fabrizio Favale indaga ora il concetto di mimetismo. Talvolta utile in natura, talvolta inutile, il mimetismo è colto qui prima di tutto come evento estetico. Una modalità di scomparire, dissolversi nel circostante, per riapparire con le sembianze del circostante.
La sua danza è orientata all’astrazione, tipica delle tecniche americane con cui si è formato. I paesaggi coreografici che disegna nelle sue opere sembrano rimandare di volta in volta a mondi lontani e sconosciuti, in cui la danza si presenta come un orizzonte libero da interpretazioni e classificazioni.
Fabrizio studia balletto classico con Denis Carey, Victor Litvinov, Sue Carlton Jones. Tecniche contemporanee con Andé Peck, Roberta Garrison, Jeff Slayton, Betty Jones, Nina Watt, Irene Hultmann, Louise Burns, Alwin Nicholais.
Fin da giovanissimo ha ricevuto numerose borse di studio tra cui Full Scholarship all’American Dance Festival, Duke University, USA nel 1990.
A 19 anni riceve il premio “Nati per la danza” presso il Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia e a 26 anni è stato nominato “miglior danzatore italiano dell’anno 1996” dal Premio G. Tani.
Dal 1991 al 2001 ha danzato per la Compagnia di Danza Virgilio Sieni.
Dal 1999 ha creato oltre 30 coreografie, ricevendo premi in Spagna, Germania, Italia e Serbia, esibendosi in numerosi festival e teatri come Théâtre National de la Danse Chaillot Paris, Biennale de la Danse de Lyon, La Biennale di Venezia, Suzanne Dellal Tel Aviv, SIDance Seoul, Varna International Festival e molti altri.
I suoi lavori sono stati coprodotti da Théâtre National de la Danse Chaillot Paris, MUSEION – National Museum of Arts in Bolzano, Tanz Bozen Festival, Festival MILANoLTRE Milano, Fondazione Teatro Comunale di Vicenza.
Nel 2011, in occasione della presentazione del lavoro “Un ricamo sul nulla” al Gran Teatro dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma, riceve la “Medaglia del Presidente della Repubblica al talento coreografico italiano”.
Inventa una serie di formati sperimentali di programmazione, che sono invitati da Festival e Teatri italiani. I principali sono: “Piattaforma della Danza Balinese” (2014-2015) per Santarcangelo Festival e “Circo Massimo” (2016-2017) per Teatro Duse Bologna.
Collabora con musicisti e compositori come Mountains (USA), Teho Teardo (IT), Daniela Cattivelli (IT) e artisti visivi come ZimmerFrei (IT), Lele Marcoianni (IT).
Il suo progetto outdoor Le Stagioni Invisibili – Ciclo Coreografico Infinito 2018-2021, ha ricevuto il Premio Produzione “PerChiCrea 2019” di Siae e Mibac ed è stato selezionato da Big Pulse Dance Alliance come uno dei migliori 8 progetti europei 2021 nel programma Open Air Commissions.
Con il duo First Rose (Fabrizio Favale e Andrea Del Bianco), disegna anche scene, costumi e manufatti, che a volte innestano le opere coreografiche con una figurazione enigmatica di strani esseri, come ibridi di una sorta di mondo insieme organico e inorganico.
Per il triennio 22-24 Fabrizio Favale è nominato Artista Associato Italiano di MILANoLTRE, Teatro Elfo-Puccini Milano.
BIGLIETTI
Intero: 3 euro
Under 6: omaggio
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Il servizio di biglietteria in Fonderia è attivo dalle ore 17.30.
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