Revival Rhapsody è molto più di un semplice laboratorio di danza; è un’esperienza intergenerazionale che si propone di allargare il concetto di inclusività e partecipazione attraverso la condivisione di storie, tempi e modi diversi di abitare un luogo, il tutto attraverso il linguaggio della danza. Revival Rhapsody è un corteo danzante che il 18 maggio ore 18.00 parte dal Centro Sociale del Gattaglio, attraversa il quartiere e arriva al Parco del Legno.
Il progetto, promosso e realizzato dal Centro Coreografico Nazionale / Aterballetto in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, Cooperativa Rigenera e Centro Sociale Gattaglio, finanziato da fondi europei della Regione Emilia-Romagna, nasce come naturale evoluzione di Dal liscio al Rave, il laboratorio che nella scorsa stagione aveva coinvolto cittadini over 55 e under 25, ma che per la nuova edizione si è aperto a un pubblico ancora più vasto, dai 16 anni in su.
La danza diventa il veicolo attraverso cui le persone possono esprimere le proprie storie e i propri vissuti, trasformando il quartiere in un palcoscenico vivente in cui le generazioni si mescolano e le identità si costruiscono e si rivelano attraverso il movimento del corpo. Questo processo di rivelazione e condivisione porta alla creazione di una narrazione rapsodica non lineare, che raccoglie pezzi di storia e testimonianze personali.
Artefice di questa narrazione è Lara Guidetti, performer, coreografa e direttrice artistica della Compagnia Sanpapié, che ha guidato il laboratorio e ha dato vita a una comunità danzante partendo dal ballo popolare. Spiega la coreografa:
“Il ballo popolare, come forma di rito sociale vero e proprio, sfonda gli argini delle balere di liscio emiliano-romagnolo e delle TAZ dei rave per includere pratiche tipiche di momenti storici, regioni e luoghi diversi depositati nella memoria collettiva e strumento di conoscenza e narrazione reciproca. Revival significa “rivivere, rinascita, risveglio”: un materiale depositato dentro a corpi, memorie e immaginari che, a seconda della fase della vita in cui ci si trova, può essere molto diverso, ma che è sempre presente in ciascuno di noi e che costituisce una sorgente di confronto, creatività e dialogo intergenerazionale. La rapsodia richiama una composizione libera e variegata, costruita dall’insieme di spunti melodici che vertono su un racconto popolare e trasmissibile. È questa la struttura di fondo del progetto, che si pone l’obiettivo di riunire e dare voce a ‘molteplici unicità’ all’interno di un discorso collettivo, specchio di inclusione e ascolto”.