In CorpiViolati brulica una comunità di corpi, femminili e maschili, tredici in totale, stretta nella memoria di una ferita. Ancora aperta o cicatrizzata, questa ferita si riverbera sulla scena in una danza incessante nutrita di impulsi, istinti, rabbia e dolore, in cui a travolgenti danze di gruppo si intercalano duetti e assoli, e a corpi indifesi si affiancato corpi violenti e spietati di aggressori su cui non cala mai un velo di pietà almeno fino a quando non diventano loro stessi vittime.
Partita dalla ricerca di testimonianze di vittime di stupri e soprusi e da un lavoro improvvisativo in sala con i danzatori, Monica Casadei costruisce uno spettacolo oscillante tra crudo realismo e poesia dettata da un possibile riscatto. Al centro le vittime troppo spesso colpevolizzate e messa all’angolo nei lunghi iter giudiziari affrontati per ottenere giustizia in uno spazio scenico spoglio su cui troneggiano due banchi da imputati e un fondale damascato oro e nero. Colori antitetici – da un lato la brillantezza e la luce dell’oro, dall’altra l’oscurità enigmatica del nero – per una preziosa tappezzeria di un immaginario focolare domestico in cui dovrebbero regnare rispetto e amore. Sul piano musicale, il remix di campionature elettroniche di Fiandrini fluisce e rifluisce nella storia nel melodramma e nella musica sinfonica.