All’interno dell’Operaestate Festival proponiamo la versione urbana delle MicroDanze.
Alcune MicroDanze sono state al centro di un processo di reenactment: una trasposizione delle versioni originali per giovani danzatori e spazi pubblici finalizzata alla realizzazione di una versione urbana.
Il risultato è un progetto che vagabonda creativamente tra contesti diversissimi tra loro – centri storici, aree industriali, spazi residuali, luoghi simbolo delle città – definendo palcoscenici inusuali e creando occasioni di incontro con il pubblico radicalmente nuove. Filo conduttore è la ricerca sulla danza come forma dell’abitare, in relazione con le pratiche artistiche contemporanee che si radicano nel territorio.
La relazione micro/macro instaurata dal confronto con lo spazio urbano è la stessa che articola lo spazio concettuale della coreografia e lo spazio vissuto, così come la dialettica io/l’altro, attivata dalla trasmissione delle coreografie ai danzatori in formazione che si fanno mediatori di un’esperienza inedita.
Lo sguardo binario che lega spettatore↔opera diventa una triangolazione performer-spettatore-paesaggio urbano.
Le MicroDanze rappresentate a Operaestate festival sono: Turn the Tide di Roberto Tedesco, Eppur si muove di Francesca Lattuada, Pensieri di Carta di Hélias Tur-Dorvault, Strôma di Giovanni Insaudo.