Coreografia: Michele Merola
Musica: Antonio Vivaldi
Disegno luci: Cristina Spelti
Costumi: Carlotta Montanari
Per 7 danzatori
Coproduzione Teatro Ristori di Verona
Prima Nazionale: 1 febbraio 2019 – Teatro Ristori di Verona
Ad ogni creazione, Michele Merola punta più in alto, convinto che sia possibile esprimere, in danza, gioie, tenerezze, rabbia, attese, pulsioni, tormenti. Per il coreografo, restituire il fuoco delle passioni a corpi contaminati dalla vita, è, da sempre, conditio sine qua non per rappresentare il senso dell’esistere sulla Terra. Ed è nelle pagine dei grandi compositori che Merola ama ricercare prospettive, simmetrie, assonanze tra l’umano sentire e la musica. Nasce da questa volontà l’incontro con Antonio Vivaldi, per una nuova produzione dove “il rapporto tra musica e movimento fa la parte da leone”, dice Merola.
Partendo dai migliori brani di Vivaldi e dalle suggestioni provenienti dalle opere pittoriche di Marc Chagall, Michele Merola ha realizzato Vivaldi Umane passioni: “Con Vivaldi e la musica barocca riscopro l’amore per il puro disegno coreografico, mentre l’ispirazione che trovo nei quadri di Marc Chagall – opere come Il compleanno (1915), Sulla città (1918), Amore sulla scena (1920), Introduzione al teatro ebraico (1920) – , ha guidato il mio lavoro verso le passioni umane, l’evasione dal quotidiano per staccarsi da terra, l’ascolto delle emozioni interiori. In entrambi gli artisti, avverto una grande voglia di vita, bellezza, eleganza nel vivere”.
Alcuni degli spartiti più noti del compositore si specchiano nei percorsi di Merola: i concerti per violino La Follia, L’Inquietudine, L’Estro Armonico, Il Favorito esprimono al meglio i sentimenti che scandiscono la vita di ognuno. Di fronte a questa grazia suprema, al vortice di intensità sonore e ricchezza di timbri, Merola pigia l’acceleratore delle dinamiche di movimento per sviluppare riflessioni nuove. Da “atleta del cuore”, e dei suoi anfratti più segreti, il coreografo visualizza quei temi con intimo coinvolgimento e taglio fortemente contemporaneo, li scolpisce in danza e nell’aria con la stessa passione e lo stesso furore dettati dalle note. Alimentato dalle due Arti, il dialogo che si crea, intenso, equilibrato per bilanciamento di forze, arricchisce e nutre l’immaginario dello spettatore per complessità e ricchezza compositiva. È un gioco a scacchi nel quale musica e corpi si inseguono, si affrontano, si accavallano, in una dinamica rappresentativa che il connubio rende ancora più intensa.
Ermanno Romanelli