DROP

La conoscenza è possibile solo per differenziazione, quantomeno per condividerla e farsi capire si rende per lo più necessario affermare che qualcosa non è qualcos’altro.
Innegabile, anche un poco frustrante, la presenza di una dicotomia interna all’essere umano, diciamo biologica, che fa del doppio momento di sintesi e ma anche di contrasto.
Il doppio assume una valenza simbolica a partire dall’osservazione scientifica e oggettiva. La natura doppia può essere interpretata in chiave dissociativa, di scissione o, allo stesso tempo, come meccanismo di difesa e sintesi.

Il doppio è un feticcio che incarna come siamo fatti e fin dove riusciamo a pensare e a pensarci.

La coreografia è pensata per essere eseguita da tre danzatrici e tre danzatori.
L’intera produzione è composta da tre atti che possono essere messi in scena anche in modo indipendente. ATTO I -femminile-, ATTO II -maschile-, ATTO III, misto.

Atto I e Atto II si differenzieranno solo per l’esecuzione della coreografia da parte dei due gruppi di danzatori e danzatrici. Nessuna modifica sulla struttura coreografica, che rimarrà identica, ciò che cambierà sarà la modalità di esecuzione dal momento che un atto sarà portato in scena da danzatrici di sesso femminile e l’altro da danzatori di sesso maschile.
L’atto III costituisce il momento di sintesi in cui si risolvono e si rinnovano le differenze sopra esplicitate e avrà una coreografia tutta sua.