Un palcoscenico può presentarsi come una sorta di mappa ideale, nella quale il danzatore cerca i propri itinerari, si ferma perplesso -come fosse in una città sconosciuta- oppure si lancia con sicurezza lungo direzioni che sembrano appartenergli da sempre.
Lost in è lo sviluppo di un’idea sulla quale Saul Daniele Ardillo ha lavorato per più di un anno. Una creazione che ci disegna davanti agli occhi la funzione forse più straordinaria dell’arte: aiutarci ad abitare, anche letteralmente, i nostri spazi vitali, offrendoli ad una visione distaccata e profonda, che lasci emergere quella bellezza che pare perduta. Come la musica per pianoforte si fa strada tra suoni urbani e interferenze elettroniche.
Saul Daniele Ardillo è partito da mappe di grandi città, create dal pittore Jorge Pombo e posizionate per terra, sulle quali i cinque danzatori di Aterballetto hanno costruito la prima versione dello spettacolo, un site-specific di grande forza emotiva andato in scena a Palazzo da Mosto di Reggio Emilia nell’autunno del 2018, con il titolo MAPS 1:610 (allusione alla scala utilizzata).
In quella versione come nell’attuale per palcoscenico emergono la sensazione di perdersi, magari proprio nei luoghi o nelle relazioni che conosciamo meglio, oppure il bisogno di rifugiarsi in una piccola zona di comfort, sfuggendo le asperità vere o supposte di un viaggio.