Sulle tracce del sacro oggi, qui e altrove
La sfida sociale con cui si confronta l’Europa oggi ha come obiettivo la sua capacità di costruire una nuova e rinnovata coesione identitaria, in grado d’integrare e rendere attivo il contributo delle comunità migranti che la popolano in maniera sempre più incisiva.
Il progetto ha avviato un processo di residenze, scambio e ricerca che unisca la capitale europea, Bruxelles, sede di una grande comunità di origine marocchina, a Marrakech, capitale dell’identità culturale del Marocco, e a Reggio Emilia, città emiliana con una significativa presenza di cittadini marocchini – la terza comunità straniera in città – all’interno di un percorso di scambio tra giovani artisti provenienti dal campo delle arti visive, multimediali e performative, sostenuti da tre istituzioni culturali quali Les Halles de Schaerbeek di Bruxelles, Fondazione Nazionale della Danza di Reggio Emilia e la Maison de L’Elu di Marrakech.
Dieci artisti belgi e due italiani, Gabriele Licchelli e Teresa Noronha Feio, hanno intrapreso un percorso di residenza creativa e di ricerca tra il Marocco e il Belgio, durante il quale svilupperanno degli incontri creativi con giovani artisti marocchini e con le comunità locali di Marrakech e finalizzato alla creazione di un momento di apertura e condivisione da presentare nelle tre città coinvolte.
Il concept
Ambito di lavoro è stato il concetto del sacro, inteso come uno dei motori irrazionali dell’identità contemporanea ma anche come potenziale interconnessione tra i linguaggi d’arte in grado di far nascere immaginari culturali condivisi.
Sacro dunque come luogo di sperimentazione artistica, come incrocio di culture che nel raffronto con la divinità si ritrovano in un sentire comune, in una auto-rappresentazione e in un auto-riconoscimento che sviluppi quel senso di identità che sentiamo ancora parziale. Sacro come territorio d’incontro tra le arti, in particolare tra il video, la danza e la musica. Specifica attenzione sarà dedicata alla ricerca sulla musica tradizionale marocchina nelle sue correnti più significative, quali il Gnawa, il Desert blues e la Trance.
Performance finale
IMMA ايما
(work in progress)
Immagini Mistiche del Marocco di Aisha
Invisibile madre della morte, Aisha
Immortale Aisha
In memoria di Aisha
IMMA è un lavoro di collaborazione tra due artisti, una danzatrice e un film maker sul mito di Aisha Kandisha,
Teresa e Gabriele lavorano sul concetto di “immaginario collettivo” e sulla sua trasmissione orale. La loro collaborazione inizia con una ricerca sul mito di Aisha, una Jinniyya della mitologia marocchina, di origine incerta tra il Portogallo e il Sudan. Donna di grande bellezza, simbolo di resistenza al colonialismo, seduttrice e demoniaca, vive nel mare e compare di notte in luoghi isolati e bui.
Aisha appartiene all’immaginario e alla tradizione orale del popolo maghrebino, di lei si racconta nelle storie delle halka, nella musica Gnaoua, o nelle superstizioni popolari.
IMMA è un tentativo, non fedele, di cogliere la sua essenza e di tradurla in una performance trans-disciplinare, che utilizza la coreografia e il cinema come linguaggi di tradimento dei materiali raccolti durante la residenza a Marrakech a Marzo 2018. La cerchiamo negli sguardi rubati dalle camere dei turisti, nel canto e nelle storie raccolte in Marocco. Invisibile ma sempre presente.
Questa è una performance coinvolgente e tutti coloro che ne prendono parte sono attori. L’autoralità d’IMMA non è dei creatori, i materiali sono il prodotto di una trasmissione e adattamento dei originali.
Prossime date
Idealizzazione
Teresa Noronha Feio e Gabriele Licchelli
Realizzazione video
Gabriele Licchelli
Performance
Teresa Noronha Feio
Graphic design
Mohamed Abitar
Sostegno Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, Les Halles de Schaerbeek, Ministero della promozione di Bruxelles, Eclat de Lune, Awaln’ Art, Movin’up – GAI
Ringraziamo per la generosità e collaborazione:
Patrick Manac’h, La Maison de la Photographie de Marrakech, Awaln’Art, Brahim Koutari, Majid Karadi, Abdelfatah Elgnalf, Mohamed Rajan, Home Movies, Archivio nazionale del film di famiglia, Istituto Luce
Durata 45 minuti
Performance adatta ad ogni tipo di pubblico