Dreamers è un trittico in cui spiccano le illustri firme di Ohad Naharin, il coreografo di Batsheva Dance Company, e di Rihoko Sato, musa e interprete preferita di Saburo Teshigawara; accanto a loro Philippe Kratz, coreografo e danzatore di Aterballetto.
Un’occasione unica per ammirare la compagnia attraverso sfumature in contrasto: dall’approccio fisico e razionale di Philippe Kratz, allo stile sofisticato e leggero della giapponese Rihoko Sato, fino al vigoroso rituale di Ohad Naharin.
cloud|materia
Coreografia Philippe Kratz
Musica elettronica originale Borderline order
Costumi Costanza Maramotti
Luci Carlo Cerri
Durata 27’ – Creazione per 15 danzatori della compagnia
Traces
Coreografia Rihoko Sato
Costumi, set e light design, music collage Rihoko Sato
Durata 20’ – Creazione per 8 danzatori della compagnia
Secus
Coreografia Ohad Naharin
Musica Chari Chari, Kid 606 + Rayon (mix: Stefan Ferry), AGF, Chronomad (Wahed), Fennesz, Kaho Naa Pyar Hai, Seefeel, The Beach Boys
Sound design & editing Ohad Fishof
Costumi Rakefet Levy
Luci Avi Yona Bueno (Bambi)
Assistenti alla coreografia Rachael Osborne, Ian Robinson
Creazione per Batsheva Dance Company (all’interno di Three, 2005)
Durata 30’ – Riallestimento per 16 danzatori della compagnia
Produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto
Coproduzione Festival Oriente Occidente (I), Les Halles de Schaerbeek (B), Malraux scène nationale Chambéry Savoie (F)
cloud|materia di Philippe Kratz è sostenuto da Bayer Culture Engagement (D)
Premiere
6 Settembre 2019, Festival Oriente Occidente, Teatro Zandonai, Rovereto
Per Anni Albers – artista e designer cresciuta nel clima della Bauhaus – le arti e i mestieri sono mezzi per aiutare ciò che è teorico (“cloud”) a divenire tangibile (“materia”). Il lavoro della Albers si trova al confine tra il mondo della scienza, fisico e concreto, e la religione e la filosofia, che consistono di costrutti astratti e ideali, poiché combina entrambi i campi. Le parole “cloud” (nuvola) e “materia” si riferiscono a una citazione di pubblicata nel suo libro “On Designing” (1959), in cui la tessitrice e artista Bauhaus cerca di spiegare il suo approccio al lavoro creativo quotidiano.
Da qui è partito il giovane coreografo e danzatore di Aterballetto Philippe Kratz, vincitore nel 2018 del prestigioso concorso coreografico di Hannover con “O”, breve duetto, presentato ufficialmente alla NID Platform 2019 di Reggio Emilia. cloud|materia – pezzo per 15 danzatori della compagnia- ha preso vita dal desiderio di rendere omaggio a questa eccezionale artista. I suoi scritti sulla tessitura e il design da decenni continuano a essere, ancora oggi, manifesti di curiosità, autodeterminazione e lavoro fisico creativo.
Già Curt Sachs ebbe modo di sottolineare che la funzione fondamentale della danza risiede nella sua ritualità, e ancora oggi danzare insieme è un segno di fiducia, allineamento e celebrazione e quindi, in definitiva, un mezzo per generare speranza. Queste sono le componenti, che ispirano cloud|materia. Possiamo assistere a una tribù dei nostri giorni che rafforza solennemente la ritualità efficiente e costruttiva alla base dell’interconnessione umana. Questo gruppo di persone che cercano una crescita collettiva può essere visto come il desiderio di un progetto di società ideale.
Rihoko Sato è una danzatrice acclamata a livello internazionale come una delle interpreti principali nelle creazioni di Saburo Teshigawara. Traces è la sua prima creazione di gruppo, creata esclusivamente per Aterballetto.
Things pass by, and you pass by them.
Le cose passano, e tu passi davanti a loro.
Things change, while you move on.
Nel tuo cammino, le cose cambiano.
They lose their colors, and seem to fade away.
Perdono colore, sbiadiscano, sembrano svanire.
Memories become the memory of memories.
I ricordi diventano soltanto ricordi di altri ricordi
Or someone’s memory that you once heard seems more vivid than your own.
A volte, il ricordo di un altro, ascoltato per caso, sembra più vivido di uno dei tuoi.
As if our history is rewritten by someone else.
Come se la nostra storia fosse riscritta da altri.
Standing amidst the loss.
In piedi in mezzo a tanta perdita.
You look at the face inside the mirror.
Guardi lo specchio ed il viso che contiene.
Or grab the hand of the person standing next to you.
Afferri la mano della persona accanto.
To make sure you are still here.
Per avere la prova che esisti tuttora.
The burnt smell inside my nose is the only thing that brings me back to reality.
L’odore arso nel mio naso è l’unica cosa che mi fa tornare in me.
The present only lasting for an ever-lasting second.
Il presente dura soltanto quel secondo che non finisce mai.
With the traces of these ghosts surrounding us.
Con le tracce di questi fantasmi che ci circondano.
My body is the only thing alive, and these things can only breathe life through me.
Il mio corpo è l’unica cosa vivente, e queste cose possono respirare la vita solo attraverso di me.
Through my eyes, my hands, my mirroring emotions.
Attraverso gli occhi miei, le mani mie, le mie emozioni che li rispecchiano.
I hear their voices.
Io sento le loro voci.
I start to write their story before it fades away.
Inizio a trascrivere la loro storia prima che svanisca.
Or is it my own?
O è la mia, la storia che scrivo?
(Rihoko Sato)
Secus è una creazione di Ohad Naharin che vanta un collage musicale che si estende dagli insoliti stili elettronici di AGF alle seducenti melodie indiane di Kaho Naa Pyar Hai alle armonie risonanti dei Beach Boys. Questo mix avventurosamente eclettico funge da sfondo adatto per la coreografia audacemente stravagante. Si compone sotto i nostri occhi increduli un alfabeto umano fatto di corse, assoli, gesti tersi e puliti, duetti interrotti, che, attraverso calci precisi e improvvisi, sinuose disarticolazioni delle anche, torsi che si piegano in tutte le direzioni come gomma da plasmare, esprime emozioni e sentimenti puri senza diventare sentimentale. Gioia, vulnerabilità, paura, innocenza, confusione e rabbia tessono una tela armonica e dinamica che oscilla fra delicatezza ed esagerazione.