A metà strada tra racconto e sceneggiatura, Il Padre Selvaggio, scritto nel 1962 e pubblicato postumo nell’anno della sua morte, è un abbozzo di film che Pasolini non ha mai realizzato, nonostante fosse quasi tutto pronto e il regista avesse anche fatto un viaggio in Africa con Alberto Moravia e Dacia Maraini per trovare i posti dove girare.
Balletto Civile porta in scena Davidson, un oggetto coreografico con un giovane performer di talento: una messinscena danzata, una vertigine tra opera letteraria e teatro fisico.
liberamente tratto dalla sceneggiatura Il Padre Selvaggio di Pier Paolo Pasolini
Concept e drammaturgia: Maurizio Camilli
Coreografia: Michela Lucenti
Con Maurizio Camilli e Confident Frank
Disegno luci: Vincenzo De Angelis
Disegno sonoro: Andrea Gianessi
Assistente alla regia: Ambra Chiarello
Assistente alla coreografia: Francesco Collavino
Produzione Balletto Civile, in collaborazione con ERT Emilia Romagna Teatro / Teatro Nazionale / focus CARNE
con il sostegno di ATER (Modena) e ICK (Amsterdam) e del Ministero della Cultura Italiana MIC
– Che cos’è la poesia, signore?” chiede Davidson
– Ma tu lo sai! – dice il professore.
– No, non lo so! – protesta il ragazzo scuotendo la testa ricciuta.
– Sì, lo sai!
– No, non lo so!
– Sei un africano, sei immerso nella poesia!
– No, la poesia è una cosa dei bianchi.
– Canta una canzone del tuo villaggio!
Davidson si mette a cantare uno dei canti del suo villaggio.
Ma il canto è nella sua testa strettamente unito alla danza. E allora cantando si mette a danzare.
Un lungo canto, una lunga danza.
– Ecco, questa è la poesia!
Il Padre Selvaggio è un abbozzo di sceneggiatura scritta nel ’63 e pubblicata postuma nel fatale 1975. Il regista non trovò finanziatori, spaventati dalla sua libertà di pensiero, e il film non si realizzò. È la storia di Davidson, un ragazzo nero sensibile e acuto, proveniente da una tribù dell’Africa e del suo incontro con un insegnante progressista e tormentato – una figura di frontiera alter ego dello stesso Pasolini – che cerca di dare ai suoi ragazzi un’istruzione moderna e anticolonialista. Questa opera sospesa racconta soprattutto il conflitto tra l’insegnante e Davidson, diffidente alle novità di metodo e di cultura del nuovo insegnante proprio perché è il più intelligente. Il cuore di questo contrasto è il dilemma del rapporto tra bianchi e neri, il problema della libertà e della democrazia, della tensione verso l’altro da sé.
Uno scritto breve ed intenso, con una forte valenza politica e non solo poetica, una sorta di canovaccio che sfugge alle definizioni concepito da Pasolini soprattutto come una successione di immagini e di indicazioni di azioni. Una sceneggiatura ibrida che mischia codici e linguaggi differenti e proprio nell’assenza della sua realizzazione offre un grande potenziale espressivo.
Una forma indefinita che presenta qualità visive che si prestano alla messa in scena danzata, in una vertigine tra opera letteraria e teatro fisico.
Balletto Civile ha incontrato nei suoi viaggi il suo scaltro Davidson a Modena.
Questo spettacolo sarà fatto con lui.
Gruppo nomade per definizione, animato da una forte tensione etica, Balletto Civile nasce nel 2003 fondato da Michela Lucenti. L’approccio creativo è una ricerca basata sul movimento che emerge dalla profonda relazione scenica tra gli artisti. Lavora su un linguaggio totale dove il teatro, la danza e il canto originale interagiscono naturalmente.
BIGLIETTI
Intero: 10 euro
Ridotto under 30, scuole di danza, Liceo Coreutico Matilde di Canossa, over 65, soci CRAL Comune di Reggio Emilia: 6 euro
Ridotto under 8: 3 euro
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